Nel 238 a.C. le legioni Romane sbarcarono
in Sardegna. I Romani erano attratti dalle produzioni cerealicola
e mineraria ed inoltre l'Isola era l'ideale per costituire
una base militare marittima posta al centro del Mediterraneo.
Inizialmente insediati lungo le coste occuparono in seguito
le pianure. Ricostituirono il latifondo e tolsero alle popolazioni
montanare quello spazio vitale indispensabile per la loro
sopravvivenza, rendendoseli nemici mortali. Da qui le prime
scorrerie e le prime lotte contro l'invasore latino. Nel
231 a.C. Pomponio Matone, console romano, impiegò per
snidare i Pelliti dai loro rifugi cani particolarmente addestrati
nella caccia all'uomo. Da qui deriverebbero i mastini fonnesi,
razza di cani usati nell'Ottocento dai banditi barbaricini
anche nelle bardane. La colonizzazione romana si radicalizzò anche
nella Barbagia, seppur tardivamente, per oltre sette secoli
: i Sardi assorbirono la lingua latina facendone la base
delle parlate attuali. La penetrazione romana nel territorio
di Fonni è attestata anche da una mansio, a un chilometro
dal paese, nonché dalla strada romana Kalaris-Ulbia
che attraversa gran parte della Barbagia di Ollolai.Le invasioni
continuarono con i Vandali che occuparono l'Isola nel decennio
fra il 456-466 e vi rimasero per circa ottant'anni. Probabilmente
distrussero la mansio di Sorabile con l'aiuto dei barbaricini,
momentaneamente alleati dei "nuovi padroni". La
mansio fu data alle fiamme ad ancora oggi si riscontrano
sui mattoni e sulle pietre che costituiscono la struttura
i segni del vasto incendio. Ad ogni modo nessun giovamento
venne da questa distruzione: la promessa di un compenso da
parte dei Vandali rimase disattesa. Dopo la dominazione vandalica
seguì quella bizantina. Questa non sembra aver avuto
influenze in questa zona, almeno dal punto di vista militare
e politico. Tuttavia la chiesa di rito greco pose radici
anche nelle zone interne, così come dimostrano alcuni
toponimi fonnesi: Sos grecos, Logotza, Canio, S'erimu. Proprio
a S'Erimu, secondo la tradizione, esisteva un convento di
monaci greci. Aragonesi e Spagnoli dominarono nell'Isola
per quattro secoli ossia dal 1492 fino al 1714.Fonni ai primi
del 1600 faceva parte del ducato di Mandas. La presenza dei
nuovi dominatori si manifestò inoltre con la costruzione
del carcere e con l'ufficio di "colletteria" per
esazione dei tributi fiscali. Nobili, preti, frati parlavano
e scrivevano lo spagnolo, i notai stipulavano gli atti esclusivamente
in quella lingua; tutti i libri di amministrazione delle
chiese di Fonni e dei priorati vennero redatti fino ai primi
dell'Ottocento in lingua iberica, nonostante i Piemontesi
avessero introdotto l'italiano quale lingua ufficiale in
Sardegna fin dal 1764.
Termini
spagnoli e catalani si possono individuare ancora oggi
nel lessico fonnese: galanu (elegante), ermosura
(bellezza), losa (tomba), ventana
(finestra), noida (conosciuta), cofa
(cesta), sartaina (padella), vardellinu
(gonna) , gana (voglia) ecc. I francescani di
Fonni erano considerati " sovversivi " dai nuovi
dominatori perché nell'arco di oltre un secolo avevano
realizzato un nel convento un centro culturale dove si
insegnava grammatica, teologia, latino, spagnolo. La dominazione
sabauda ebbe inizio nel 1720 e perdurerà fino al risultato
del referendum "Repubblica-Monarchia"
del 1948. L'italiano, introdotto ufficialmente nel 1764,
stentò
a penetrare nell'interno. Il primo atto notarile in lingua
italiana rintracciato a Fonni è del 1804. Il governo sabaudo
intraprese una campagna contro analfabetismo istituendo
con una legge del 1859 la scuola elementare in tutti i
comuni dell'Isola.Nella seconda metà dell' Ottocento si
accrebbe l'imposizione fiscale, aumento la disoccupazione,
si aggravò
il sistema poliziesco e venne meno l'istruzione. Il Monte
Novu (3621 ettari) è stato luogo di controversie durante
due secoli e mezzo fra pastori dei comuni confinanti (Fonni,
Villagrande, Villanova Strisail). La lite ebbe
termine quando il Re di Sardegna Vittorio Emanuele I
concesse al comune di Fonni, in enfiteusi perpetua, il
salto conteso, già proprietà di Villagrande (1811).
Durante
quel periodo, e fino al ventennio fascista, i prinzipales,
eredi delle famiglie avvantaggiate dal riformismo piemontese,
detenevano in Fonni il potere politico, economico e
culturale. Il primo potestà a reggere l'amministrazione comunale
di Fonni fu Antonio Maccarone ( 1926 -1927
), seguito da Guglielmo Bulla ( 1927-1928
) e da Ettore Tola ( 1928-1929 ). Questi
non erano fonnesi ( probabilmente c'era poco affidamento nel
designare uomini del posto ) e soltanto dopo la caduta del
fascismo un fonnese, Don Carlo Meloni, assunse
l'incarico di commissario prefettizio.
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balli nel cortile di convento
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